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Francesco Viscione: ” Oggi parleremo della questione morale, che significa che quando si
presentano le liste, quindi le candidature, poi obbligatoriamente
devono essere allegati alla candidatura sia un curriculum vitae che
il casellario giudiziale per i carichi pendenti. Ovviamente è un
obbligo di legge, c’è la pubblicazione obbligatoria, per cui sono
tutti pubblicati per tutte quante le liste. Noi abbiamo visionato le
liste, io mi riferisco alle liste collegate al candidato sindaco
Marco Fioravanti, ma la questione è chiara che vale per tutti, non è
che sia di esclusivo interesse di una parte politica.


Dico questo perché nel valutare e verificare questi casellari ci
siamo accorti che ci sono alcuni candidati ( 5 nel centrodestra e 1
nel centrosinistra) che si sono presentati nelle varie liste che
hanno avuto qualche problema in passato e quindi sul casellario viene
riportato. Ora io non farò i nomi perché non è mai piacevole e
bello farlo, ci mancherebbe, ma voglio dire che parliamo comunque di
situazioni che fanno parte del bagaglio di una persona che purtroppo
si porta dietro perché magari ha commesso degli errori, ma che sono
comunque ancora inseriti nel casellario. Parliamo di reati ascritti a
diversi candidati, posso dirvelo così, per titoli di diffamazione,
molestia, appropriazione indebita, attività di
gestione di rifiuti non autorizzata
, bancarotta fraudolenta.


Queste sono le motivazioni che abbiamo trovato analizzando i
casellari che sono allegati. Ora, la questione morale, come tutti
sapete è una questione di cui addirittura si è iniziato a parlare
abbondantemente dagli anni 70 e dove si parla di onestà e
correttezza nella gestione delle istituzioni, quindi quello che noi
oggi abbiamo verificato è che il Sindaco a capo di questa coalizione
e con un organo a fianco che, come è stato definito, è il comitato
dei saggi, che in qualche modo ha fatto l’analisi del sangue a
qualche candidato.


Mi ci metto io, l’amico Valeriano Camela siamo stati in qualche modo
valutati su quello, poi ci siamo resi conto e abbiamo visto che
invece su quelle che sono proprio le questioni più prettamente
importanti, perché poi chi si candida va a ricoprire, ovviamente se
è eletto, va a rappresentare la cittadinanza in un’istituzione
pubblica, quindi credo che qui la questione morale sia fondamentale e
credo che il comitato dei saggi abbia avuto due pesi e due misure,
questo qualora fosse un organo, come ho già detto in passato, non
legittimato democraticamente da nessuno, quindi semplicemente
nominato dal Sindaco, però se doveva fare un lavoro di verifica
delle candidature lo avrebbe dovuto fare a 360 gradi. Quindi io credo
che non hanno posto la questione morale i saggi in via prioritaria
rispetto alle convenienze elettorali, quindi oggi aver candidato
chiunque serve soltanto a portare più voti possibili per poter
arrivare al risultato elettorale, però poi non c’è stata attenzione
in quella che è la qualità delle liste di coloro che poi se eletti
andranno comunque a rappresentare le istituzioni pubbliche.


Non hanno tenuto conto quindi di quella che dovrebbe essere poi la
futura classe dirigente che dovrà guidare e amministrare in qualità
di consigliere comunale la nostra città. Questo la reputo una cosa
estremamente grave perché è una questione che riguarda tutti i
cittadini, soprattutto quelli che si apprestano a svolgere ruoli
pubblici. Invece di selezionare la classe politica oggi non hanno
fatto altro che guardare al mero il risultato elettorale cercando di
portare più voti possibili.


Noi siamo stati in qualche modo giudicati per non aver commesso
nulla, lo ho già detto e lo ripeto, e siamo stati esclusi dalle
liste elettorali e non c’è stata data la possibilità di partecipare
alla competizione elettorale. Quindi per noi c’è stata una
valutazione, per Camela in particolar modo, per gli altri invece
sembra che tutto possa andare bene. Questa è una cosa grave, quella
di aver dato, e parlo per il Sindaco, in mano ai saggi, la
valutazione della questione morale senza aver fatto le dovute
valutazioni.


Ho sempre pensato che la politica sia un servizio per i cittadini in
maniera disinteressata e non invece la gestione del potere. Qui si è
fatto più un discorso di candidature a 360 gradi per poter poi
arrivare a gestire in maniera assoluta il potere. Io credo che noi
abbiamo sollevato questa questione perché penso che sia veramente
importante e che su questa questione penso che il Sindaco debba dare
delle risposte.


Ha utilizzato il Sindaco questo comitato soltanto per escluderci ma
poi non l’ha utilizzato invece per poter controllare tutte le
candidature. Qualcuno potrebbe dirmi che i certificati vengono poi
presentati postumi rispetto alla presentazione delle liste. È vero,
però è pur vero che un candidato Sindaco dovrebbe comunque tenere
presente quali sono i propri candidati e tutti i loro certificati.


È vero che si presentano dopo, ma proprio perché c’è questo
comitato avrebbe potuto dire, come doveva essere, quello di prendere
e valutarli prima della presentazione e magari dire guardate, poi
sono tutti candidabili, ci mancherebbe, però quando si parla di
questione morale l’attenzione va posta su queste questioni. Per
questione morale io intendo anche essere trasparenti e dire sempre la
verità.


Per quel che mi riguarda mi riferisco al confronto dell’altra sera
che c’è stato con l’altro candidato Sindaco, con Emilio Nardini. Il
Sindaco a un certo punto parlando della questione che mi riguardava
perché c’è stata una domanda incrociata e quindi Nardini l’ha in
qualche modo posta a Fioravanti dicendo che io non ho rispettato,
venendo in questo gruppo, le regole nel fare una lista. Questa cosa
ormai la sanno tutti, fare una lista si è vera, la dovevamo fare, ma
poi lui mi ha indicato, mi ha stimolato e ha benedetto la scelta di
fare una sola lista insieme al suo vice Sindaco.


Seconda cosa, volevo magari chiedere al Sindaco se mai si degnerà di
rispondere visto che direttamente non ha mai risposto, se è vero
quello che lui ha detto l’altra sera che chi veniva da fuori della
coalizione avrebbe dovuto fare una lista. Io mi chiedo, ma allora il
candidato Castiglia, che è l’ex candidato Sindaco del PD, perché
non ha fatto una lista? Perché c’è anche tra l’altro un’altra
candidata del PD, candidata alle ultime elezioni, con anche un bel
bagaglio di voti, che è Anastasia Angelini, che è venuta da fuori,
perché a lei non è stato obbligato di fare la lista? Ci sono due
pesi e due misure qualora fosse come dice il Sindaco. La verità è
che nel mio caso la lista doveva essere fatta, ma poi su sua
indicazione è stato intrapreso un percorso diverso, proprio quello
di ridurre le liste e quindi c’è stata la volontà di farla insieme
al vice Sindaco Silvestri.


Quindi quando parliamo di questioni morali è un po’ ampio il
discorso, riguarda un po’ diversi aspetti, soprattutto per coloro che
ricoprono cariche pubbliche e nella fattispecie per chi poi in questo
momento è il Sindaco”.


Per chi voterà ora il vostro gruppo?


Viscione: “Ovviamente nel momento in cui non mi sono più
candidato non ho neanche il diritto e la pretesa di poter dire a chi
che sia di votare Tizio o Caio, però chi me lo chiede, così in
amicizia io dico questo, io non voterò Marco Fioravanti, questo è
chiaro. Quindi il mio voto andrà dall’altra parte, andrà
all’alternativa.


Perché non voterò Marco Fioravanti? Perché non lo reputo, dopo
l’esperienza vissuta, una persona di cui potermi fidare. Cioè non è
il Sindaco di cui io mi posso fidare, per l’esperienza personale
ovviamente. Per cui chi mi chiede cosa fare, io dirò non voterò
Marco Fioravanti ma voterò l’altro schieramento.


All’interno dell’altro schieramento poi troveremo, noi già abbiamo,
io personalmente ho un amico che è candidato nella lista del PD
(Attilio Acciaccaferri, ndr) e non ho nessun problema a dire che il
mio voto può andare tranquillamente a lui, tutti sanno che è
l’amico quindi senza che ci giro intorno. Allora questo è il mio
punto di vista personale. Poi è chiaro che tutti, io alle ultime
elezioni ho preso 350-360 voti e ovviamente è un voto personale.


Poi tanti mi votavano per stima personale, magari avevano una
inclinazione verso il centro-destra, forse una buona parte. Altri
verso il centro-sinistra però magari mi hanno votato ugualmente
anche se ero candidato con un candidato di estrazione di
centro-destra che era Piero Celani. Poi è chiaro che oggi a un certo
punto le carte si rimescolano come si dice, quindi c’è chi voterà
senza nessun problema la coalizione di centro-destra e chi invece per
reazione o perché già aveva una simpatia per l’altra coalizione si
sposterà dall’altra parte.


Ma io sicuramente non ho nessun diritto o pretesa a chiunque dei miei
amici di costringere a fare una scelta diversa da quella che poi
possa essere dettata dalla propria volontà. Però ecco, il mio
personale pensiero è questo insomma. Scegliere un proprio
rappresentante, io credo che bisognerebbe anche andare a vedere la
propria storia, la propria credibilità, la propria professione.


Perché qui poi funziona che ci sono diversi rappresentanti, che
probabilmente saranno anche rieletti, che fanno questo per lavoro,
per mestiere. Credo che non sia corretto, perlomeno credo che farlo
per mestiere ti pone nell’essere condizionabile in qualsiasi scelta.
Quindi credo che fare l’assessore per esempio per più di dieci anni
sia una cosa che non dovrebbe esserci per il bene della città.


C’è chi l’ha fatto per venti, chi venticinque, chi si appresta ad
andare verso il trentesimo anno. Cosa può dare alla città dopo
tutto? Quello che poteva dare già l’avrebbe dovuto dare. E
soprattutto se per te è un mestiere tu non puoi essere libero e
indipendente nelle scelte da prendere per tutti.


Quindi quando si tratta di scegliere una persona che ti rappresenta
io guarderei un po’ tutto, un po’ la propria credibilità. Vedere chi
c’è di fronte, quello che fa, come si è posto e come si pone nei
confronti della cittadinanza. Questo penso che sia un ragionamento
intelligente da fare quando si sceglie qualcuno che tu voti oggi e
che ti rappresenterà in qualche modo volendo o non volendo per i
prossimi cinque anni.


Quindi credo che sia una scelta ragionata”.


Maria Stella Origlia:
Mi chiedo, ma i nostri elettori,
le persone che ci avevano dato fiducia e che ci avevano chiesto di
candidarci, anche in appoggio alla coalizione di centrodestra,
chiamano in continuazione, fanno telefonate, chiedono, perché il
cittadino comune non entra in queste dinamiche di equilibri, forse
hanno letto i giornali e ancora si chiedono, ma perché vi hanno
escluso? Noi stiamo cercando di dare delle risposte a queste
persone, anche perché sono state escluse persone di tutta
rispettabilità, non perché noi parliamo di noi stessi e ci lodiamo
da soli, ma insomma, in riferimento anche a quello che diceva
Francesco, noi il casellario giudiziario ce l’abbiamo pulito e
abbiamo dato un contributo. Il mettersi a servizio della politica
significa dare e comunque offrire un contributo gratuito, perché
tutta la città sa che la sottoscritta insegna in una scuola,
Francesco Viscione ha la sua professione, gli altri hanno la loro
professione, quindi non abbiamo chiesto al Sindaco nulla, non
abbiamo chiesto ai saggi nulla, avremmo offerto un contributo
gratuito.


Mi richiamo a due principi che aggiungerei che è quella di una
questione di uguaglianza di tutti i cittadini e di non
discriminazione, perché la Costituzione prevede che ogni cittadino
può candidarsi con quelle regole, quei principi e quelle priorità
e preclusioni che sono previste da norme dello Stato e da
regolamenti, che non riprendo perché l’ha detto lui, quali sono
motivi di esclusione o di incandidabilità. Non c’è un motivo di
incandidabilità ma semmai di una decadenza qualora eletti. L’altra
questione è quella del principio di buon andamento, che tutti si
scordano.


Il principio di buon andamento della pubblica amministrazione
prevede che chi è all’apice ha la responsabilità di mettere
dirigenti e amministratori capaci per far funzionare la cosa
pubblica. Quindi io sull’aspetto giudiziale e sulle questioni di
giustizia non ci entro perché noi siamo garantisti, quelle sono
cose che non riguardano la politica, riguardano un altro settore.
Quindi su questo non direi nulla, ma sul fatto di escludere dei
cittadini dalla partecipazione alla corsa pubblica alle candidature
delle liste, questo è un qualcosa che credo non si sia verificato
che in pochissimi casi.


Penso un po’ a quello che succedeva nell’antica Roma in cui c’era
quell’abitudine di ostracismo, cioè quando qualcuno dava fastidio
perché aveva consenso, perché popolare veniva allontanato, veniva
mandato alcuni anni fuori, fuori dalle mura, poi rientrava quando i
cittadini avevano dimenticato il nome. Noi certo che non ce ne
andremo da Ascoli perché lavoriamo e abbiamo famiglia qua, però
certo è che un cittadino che si candida ad amministrare una città,
perché poi il ruolo del consigliere comunale è previsto dalla
norma ed è previsto da leggi dello Stato, qualcuno si candida al
Consiglio, non è che si candida a fare l’assessore, perché poi gli
assessori andrebbero scelti su questioni di deleghe, perché hanno
un ruolo esecutivo, sulle proprie capacità professionali,
culturali, dimostrabili e dimostrate. Mentre il ruolo giustamente
che è quello di indirizzo politico si ottiene con le elezioni
dirette di preferenza al consiglio comunale, quindi io mi chiedo
perché, come ha detto Francesco, prima ci viene accolta la
possibilità di candidarci in una lista civica, perché nelle liste
civiche ci si candida persone di partito come indipendenti, di tutti
i partiti, non è che c’è questa possibilità che non sia
possibile, e va concordato.


Perché prima sì e poi no? Dipende dal peso elettorale delle
persone che avevano offerto il proprio contributo? Io il problema lo
pongo, se lo stanno ponendo molti cittadini, perché molti cittadini
che sanno leggere e scrivere hanno già capito com’è andata la
questione. Quindi onestà, correttezza, articoli costituzionali,
servire la Repubblica con disciplina ed onore, articolo 54. Quindi
la metodologia che è stata scelta dai saggi ci fa pensare che sono
stati usati due pesi e due misure, anche per il motivo che
nell’ultima parte della relazione di Francesco era evidente, e cioè
se voi andate a vedere le liste, al di là dei nomi che sono stati
fatti, ci sono nelle liste di centrodestra civiche persone di
sensibilità che potevano venire dal centrosinistra, alcune sono
eclatanti e le ha citate Francesco, altre meno eclatanti, ma non è
che io vengo analizzata da dove vengo e poi vengo esclusa a venti
giorni dalla presentazione delle liste, si sapeva che noi venivamo,
per lo meno la sottoscritta, dall’area di centrosinistra.


Il mio partito non è un partito che è incompatibile con il
centrodestra, fra l’altro, anche perché il mio partito (Italia
Viva, ndr) in varie realtà del centro Italia, del nord Italia ma
anche del sud Italia, ha sui programmi e sulle cose da fare fatto
accordi, io direi anche eccellenti, con il centrodestra. Gli esempi
lampanti li abbiamo visti nell’ultima primavera, quindi non è che
noi veniamo da una tradizione bolscevica per dire, che andrebbe
anche bene perché se io sono d’accordo per un biodigestore, che è
uno dei cavalli portanti del partito mio, non vedo perché se è
d’accordo un altro partito non dobbiamo far biodigestore, questo tra
parentesi per far capire che qui non si va con accordi organici a
livello nazionale, si va per programmi. Quindi io credo che questa
discriminazione, lui giustamente ha sottolineato le sue morali, io
sottolineerei il discorso della discriminazione: noi siamo stati
discriminati, esclusi, per motivi che non sono oggettivamente né
confortati prima né dimostrati a valle.


Quindi il discorso poi dei casellari, questo non fa che aggravare la
situazione. Ovviamente noi li conosciamo perché siamo abituati a
leggere, a cercare, siamo curiosi, quindi andiamo a visitare, ci
sono anche i curricula oltre che i casellari, quindi chi volesse può
anche andare a controllare, sui curricula non possiamo dire nulla,
perché tutti i cittadini hanno il diritto a candidarsi, ma certo è
che se devo fare il buon andamento spesso va a braccetto con le
capacità di chi aspira a certe cariche. Per cui io sottoscrivo
quello che diceva Francesco.


Quando noi ci siamo organizzati per offrire di nuovo, perché io mi
ero candidata anche le altre volte, il nostro contributo alla città,
noi l’avevamo fatto perché siamo andati a proporre agli elettori,
alle persone che ci avevano anche spinto a candidarci, esponendo
quello che noi avremmo fatto al Consiglio comunale o comunque se
eletti, quale contributo avremmo portato a questa città. Quindi è
chiaro che quello che dice Francesco, cioè io avevo prima un
pacchetto di 350 voti, questa situazione è diversa nel dire votate
me perché io faccio questo, è un tipo di orientamento al voto che
ha una connotazione politica diversa, perché le persone che
votavano, votavano me candidata nella coalizione di centro-destra di
Marco Fioravanti con quei tre, quattro punti programmatici che
rimangono ancora in piedi, io l’ho detto anche ai giornali qualche
tempo fa, perché ci credevamo in quei tre, quattro punti, che in
questo momento porta avanti quei tre, quattro punti l’amico che
prima non è nominato e che avete diciamo nominato nei giornali
l’altra volta, che ovviamente si candida lì come indipendente
nella lista del PD e che per chi capisce un po’ di politica e non è
attaccato alle ideologie significa anche diritto di tribuna, lo
possiamo chiamare così? E quindi è stato già detto questo, poi è
chiaro che noi non siamo abituati alle truppe cammellate, agli
ordini di scuderia, io proprio no, quindi è chiaro che
l’indicazione dell’amico che tenta e comunque rimane l’unico
baluardo della rappresentanza sperando che sia eletto, noi credo che
gli facciamo migliori auguri con il contributo di tutti, è chiaro
che io poi non è che sono abituata, nessuno di noi tra l’altro,
siamo moderati e liberali a dare ordini, adesso visto che noi non ci
candidiamo più, tu voti per quello, tu voti per quest’altro, noi
eleggiamo il consigliere comunale al consiglio comunale, quindi io
non mi sono mai permessa e ne lo farò ancora di obbligare o
comunque dare un orientamento sulla candidatura a sindaco, è ovvio
che il nostro amico è candidato con il sindaco del centro-sinistra,
noi lasciamo liberi di fare quello che la gente vuole, non ci
appartiene la cultura del pacchetto di voti che si sposta con ordini
di scuderia, questo io ci tengo a dirlo perché oltre che
antidemocratico è anche poco credibile, perché chi votava per me o
per Francesco o per Valeriano votava non perché io ero Origlia o
lui era Viscione, votava perché noi avremmo portato quel contributo
evidentemente significativo all’interno del Consiglio comunale,
vincolato per alcune scelte, io avevo chiesto un festival letterario
per questa città che avrebbe portato sicuramente una connotazione
di tipo diverso per quanto riguarda gli eventi, la cultura eccetera,
avevo anche condiviso con chi di dovere come farlo, quindi chi era
d’accordo con me me lo dava, io adesso non ci sono più sulla scena
e quindi io sono abituata a lasciare libere le persone con
l’indicazione che noi siamo un gruppo e quindi se dobbiamo dare una
mano a un amico la mano gli si dà”.

 

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