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  • In base alla variazione ai prezzi al consumo delle famiglie, sono stati modificati gli importi relativi al congedo parentale per lavoratori dipendenti e autonomi, impostando una soglia minima giornaliera.
  • La manovra 2024 ha innalzato la retribuzione del congedo parentale fino all’80% per due mesi.
  • Secondo le attuali regole, anche i lavoratori autonomi hanno diritto al congedo parentale.

Con la Legge di Bilancio 2024 sono arrivati alcuni provvedimenti rivolti alle famiglie e ai lavoratori con figli, tra cui alcune modifiche alle soglie sui fringe benefit. Sul tema dei congedi parentali, nell’ultimo anno sono state introdotte alcune novità, che vedremo tra poco.

Sarà possibile per i lavoratori dipendenti accedere a due mensilità indennizzate all’80% fino al sesto anno di vita del figlio. Il congedo parentale facoltativo riguarda sia il padre che la madre, per garantire al figlio il supporto necessario i primi anni di vita.

Inoltre recentemente l’INPS ha confermato l’importo minimo giornaliero di almeno 56,87 euro per tutti i dipendenti, dando anche delle indicazioni specifiche per gli autonomi. Vediamo di cosa si tratta.

Congedo parentale: novità con la manovra 2024

Con la Legge di Bilancio 2024 sono rimaste invariate le caratteristiche del congedo parentale introdotte dalla precedente manovra. In aggiunta è stato confermato un mese di congedo parentale retribuito al 60% (che solo per il 2024 è all’80%) invece che al 30%, che potrà essere percepito dalla madre o dal padre.

Questo mese si potrà richiedere entro i 6 anni di vita del figlio e si somma alle misure precedenti. Secondo quanto confermato dall’INPS1, il congedo parentale garantisce l’accesso, oltre al congedo di maternità di 5 mesi retribuito all’80%, ai seguenti congedi facoltativi.

Numero mesi Percentuale di retribuzione
1 80%
1 60% (all’80% solo per il 2024)
7 30%
2 Non indennizzati

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Congedo parentale 2023: per quanti mesi è garantito

La manovra 2023 aveva già introdotto un’estensione dei congedi parentali. Non bisogna confondere il congedo parentale con la maternità obbligatoria: si tratta di due misure differenti, per cui cambia anche la retribuzione.

Il congedo parentale è un periodo di astensione dal lavoro facoltativo, accessibile da parte di lavoratori e lavoratrici dipendenti e autonomi. La maternità obbligatoria invece consiste in un periodo di astensione dal lavoro necessario per le lavoratrici durante la gravidanza e alcuni mesi dopo la nascita, che può essere esteso al padre in determinate circostanze.

Il testo della manovra del governo 2023 aveva stabilito una misura che è già andata ad incrementare il congedo parentale per i lavoratori dipendenti.

Il mese di congedo parentale aggiuntivo introdotto con la manovra di quest’anno è facoltativo e viene pagato all’80%, a differenza dei restanti mesi, per cui i periodi facoltativi sono al 30% di retribuzione. Su questo punto, aveva spiegato Giorgia Meloni, la necessità è quella di aggiungere una sorta di cuscinetto come retribuzione aggiuntiva per sostenere le famiglie con figli.

Congedo parentale: importi 2024

Recentemente l’INPS ha comunicato quali sono gli importi delle indennità previste con il congedo parentale in base alle ultime variazioni dei prezzi al consumo in Italia. Nel dettaglio, per ciò che riguarda i lavoratori dipendenti l’importo giornaliero deve essere almeno di 56,87 euro, cifra che scende a 50,59 euro per i lavoratori a tempo determinato del settore agricolo.

Per i lavoratori autonomi gli importi possono variare in base alla categoria professionale e l’eventuale iscrizione ad un Ordine. Tuttavia viene stabilito un range da 400,60 a 537,56 euro, con un reddito minimo di 18.415 euro. Rientrano in queste soglie anche i collaboratori e i lavoratori sportivi.

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Come funziona il congedo parentale per i lavoratori dipendenti

congedo parentale dipendenti e autonomicongedo parentale dipendenti e autonomi

Vediamo nel dettaglio come funziona attualmente il congedo parentale per i lavoratori dipendenti, tenendo in considerazione le regole stabilite quest’anno. Durante questo periodo, ogni genitore ha diritto ad accedere a diversi mesi di congedo parentale, secondo queste regole:

  • il congedo spetta per un periodo massimo di 10 mesi, elevabili a 11 se il padre si astiene dal lavoro per almeno 3 mesi;
  • i periodi di congedo possono essere usufruiti dai genitori anche contemporaneamente;
  • l’indennità è del 30% della retribuzione giornaliera entro i 12 anni di età del figlio e per un periodo massimo di 9 mesi. Di questi, alla madre e al padre spettano 3 mesi non trasferibili all’altro genitore e ad entrambi spettano ulteriori tre mesi indennizzabili. Al genitore solo spettano 9 mesi indennizzabili;
  • per il 2024 due mesi sono indennizzabili all’80%.

Va ricordato che l’accesso al congedo parentale non è concesso solamente in caso di nascita di un figlio, ma anche dal momento dell’adozione o dell’affidamento.

Chi paga l’indennità per il congedo parentale

Spesso possono sorgere dei dubbi per ciò che riguarda il pagamento del congedo parentale ai lavoratori dipendenti, ovvero, chi deve pagare queste somme? I datori di lavoro come si devono muovere se un lavoratore accede al congedo parentale?

Premesso che è il lavoratore a dover chiedere il congedo parentale al datore di lavoro, con almeno 2 giorni di preavviso, o 5, in base al tipo di contratto, il congedo facoltativo può essere fruito in modo flessibile, ovvero può essere richiesto ad ore, oppure a giorni.

Per ciò che riguarda la maternità obbligatoria, questa è pagata all’80%, rispetto alla retribuzione media giornaliera. Normalmente questa indennità viene anticipata dal datore di lavoro, tuttavia l’erogazione è a carico dell’ente previdenziale INPS.

Quindi il datore di lavoro deve erogare solo la differenza tra indennità INPS al lordo e la retribuzione normale della lavoratrice quando non è in congedo.

Per ciò che riguarda il congedo parentale, per i lavoratori dipendenti viene anticipato dal datore di lavoro, in quanto sostituto di imposta, mentre per i lavoratori autonomi e categorie particolari, viene corrisposto direttamente dall’INPS.

Come funziona il congedo parentale per i lavoratori autonomi

Anche chi lavora in autonomia con una Partita Iva può accedere al congedo parentale, secondo le disposizioni INPS. La misura in questo caso spetta per un periodo di tre mesi massimo, per ogni figlio, erogati a ciascun genitore.

Questa misura è riconosciuta entro il primo anno di vita del figlio, oppure entro un anno dal momento dell’adozione o dell’affidamento. Per le lavoratrici questa misura è accessibile solamente in un momento successivo alla normale fruizione della maternità, entro un anno di vita del figlio.

Per i lavoratori autonomi la cifra di riferimento varia da 400,60 a 517,46 euro al mese. Anche per i lavoratori con Partita Iva l’indennità viene corrisposta dall’INPS, successivamente alla presentazione della domanda.

Congedo parentale – Domande frequenti

Cos’è il congedo parentale e come funziona?

Il congedo parentale, da non confondere con la maternità obbligatoria, è una indennità erogata ai lavoratori dipendenti o autonomi in modo facoltativo che permette l’astensione dal lavoro per un periodo per assistere il figlio.

Quali sono le novità del congedo parentale nella manovra 2023?

Secondo le novità, il congedo parentale verrà esteso di un ulteriore mese, con accesso facoltativo, retribuito all’80%.

Come funziona il congedo parentale per i lavoratori autonomi?

Consiste in un periodo di tre mesi da fruire in modo facoltativo, con retribuzione al 30% calcolata ogni anno in base al settore di riferimento.

Come funziona il congedo parentale nel 2024?

Nel 2024 il congedo parentale garantisce una mensilità con retribuzione all’80% al posto del 60%. Per il resto, la misura funzionerà come nel 2023.

 

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