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L’informativa finanziaria e non solo rappresenta un passaggio ineludibile nel rapporto banca-impresa, in particolare nella fase di concessione di aperture di credito e quindi nella raccolta della documentazione e delle informazioni necessarie a tale fine. Al riguardo, gli intermediari finanziari, ma anche le imprese, comprese le micro-piccole, sono chiamate a rispettare le diverse disposizioni normative e di vigilanza e tra queste le raccomandazioni contenute nella Relazione EBA del 29.05.2020 (ABE/GL/2020/06).

Tale paper (relazione) rappresenta un importante set di regole da osservare in diversi ambiti nella concessione e monitoraggio dei prestiti e contiene riferimenti all’informativa e alla documentazione di cui dovrebbero disporre gli enti finanziari per una corretta valutazione del merito di credito e del profilo di rischio delle controparti.

Focalizzandoci sui prestiti a microimprese e piccole imprese, nelle guidelines sopra richiamate si citano alcuni punti nei quali il rinvio ai fattori ESG sono da valutare al pari degli altri elementi caratterizzanti le istruttorie degli enti finanziari. Sul punto:

(121) Nell’effettuare la valutazione del merito creditizio, gli enti dovrebbero, tra l’altro:

  • analizzare il modello di business e la strategia aziendale del cliente;
  • determinare e valutare il credit scoring e il rating interno del cliente, quando possibile, in conformità alle politiche e alle procedure relative al rischio di credito;

(122) Al fine di verificare i clienti che sono esposti, direttamente o indirettamente, a maggiori rischi associati a fattori ESG, gli enti dovrebbero valutare la possibilità di utilizzare heat maps che evidenzino, ad esempio, i rischi climatici e ambientali dei singoli (sotto) settori economici in un grafico o su un sistema di misura. Per i prestiti o i clienti associati a un rischio ESG più elevato, è necessaria un’analisi più approfondita del modello di business effettivo del cliente, del contesto di mercato, dei requisiti di vigilanza ESG per le società in esame e del probabile impatto della regolamentazione ESG sulla posizione finanziaria del cliente.

Inoltre, le linee guida in commento, nell’allegato 2 (informazioni e dati per la valutazione del merito creditizio – B. Prestiti a microimprese, piccole, medie e grandi imprese), forniscono un nutrito numero di richiami di informativa e set documentali e tra questi:

  • piano aziendale sia per il cliente che in relazione alla finalità del prestito;
  • proiezioni finanziarie (stato patrimoniale, conto economico, flusso di cassa);
  • evidenza dei pagamenti fiscali e delle passività fiscali;
  • informazioni sul rating del credito esterno del cliente (se caso);
  • informazioni sulla struttura proprietaria del cliente ai fini della prevenzione e del contrasto del riciclaggio e della lotta al finanziamento del terrorismo (AML/CFT).

Nel solco di quanto sopra brevemente illustrato, è apprezzabile lo sforzo del Tavolo di coordinamento sulla finanza sostenibile composto dai diversi Ministeri (Economia, Imprese e Ambiente) oltre che da Banca d’Italia, Consob, Ivass e Covip, nell’emanare (in pubblica consultazione) le linee guida sul “dialogo di sostenibilità tra Pmi e Banche”. In questo contesto, il citato documento si concentra sulle interazioni tra PMI e banche, con specifico riferimento al rapporto creditizio e richiamando il principio di proporzionalità; si pone in evidenza, alla luce delle normative richiamate, che le banche stanno rivedendo le metodologie per la valutazione del merito di credito per tener conto dei rischi di sostenibilità e climatici (rischio fisico e di transizione) delle loro controparti.

La struttura del documento presenta un approccio modulare finalizzato a dare rilievo alla necessità di proporzionalità rispetto alla dimensione delle imprese ed è suddivisa in 5 sezioni per coprire gli aspetti generali, ambientali (E), sociali (S) e di governance (G).

Al riguardo, le banche potranno nella loro autonomia predisporre questionari per la raccolta delle informazioni ritenute più utili al caso, con l’auspicio tuttavia che uno standard condiviso di prassi possa essere maggiormente apprezzato da parte di tutti gli interessati.

 

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