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Si avvicina il pagamento del bonus Maroni in busta paga riconosciuto ai sensi dell’articolo 1, comma 140, della legge 30 dicembre 2023, n. 213, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026”.

Come spiegato dall’Inps nel messaggio n. 1107 del 14 marzo 2024, viene messo in pagamento a decorrere dal 2 agosto 2024 il bonus in busta paga a titolo di incentivo al posticipo del pensionamento per i lavoratori dipendenti che hanno maturato i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata flessibile, meglio conosciuta come Quota 103.

Nel dettaglio, a chi ha maturato i requisiti per andare in pensione in anticipo grazie alla misura di flessibilità introdotta prima nel 2023 e poi confermata (ma con penalizzazione in uscita) per il 2024 viene data la possibilità di richiedere un bonus in busta paga.

E attenzione, perché non è detto che convenga: come vedremo di seguito, infatti, beneficiando del bonus si rinuncia al versamento di una quota di contributi, il che comporta una riduzione della pensione futura.

La scelta quindi è tra il beneficiare di una pensione più alta oppure se avere subito un aumento di stipendio. A tal proposito è utile capire di quanto effettivamente aumenta la busta paga con il bonus Maroni, nonché qual è invece l’impatto sulla pensione futura.

Lo faremo in questo articolo, una guida completa sul bonus Maroni utile per prendere la miglior decisione possibile, comprensiva della tabella con gli importi.

Cos’è

I riferimenti normativi del bonus in oggetto sono l’articolo 1, commi 286 e 287, della legge n. 197/2022 (legge di Bilancio 2023) e il decreto attuativo del 21 marzo 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 110/2023, con il quale ne vengono fornite le istruzioni operative per il 2023. Il comma 140, articolo 1, della legge di Bilancio 2024, invece, ne estende il diritto anche per quest’anno.

Come detto sopra, si tratta di un incentivo per quei lavoratori che pur soddisfando i requisiti per il pensionamento anticipato con Quota 103 scelgono restare al lavoro: per loro c’è la possibilità di ricevere un aumento dello stipendio grazie alla riduzione totale dell’aliquota contributiva a loro carico.

In questo modo lo stipendio lordo resta lo stesso, così che l’aumento della retribuzione non gravi sulle spalle dell’azienda, mentre per il netto c’è un aumento più o meno significativo a seconda dei casi.

Il nome scelto, bonus Maroni, richiama una misura dello stesso tipo (ma con molte differenze) che era stata introdotta dalla legge n. 243/2004 dal compianto Roberto Maroni.

Chi può accedervi

Ne hanno i lavoratori quindi i lavoratori che entro il 31 dicembre 2024 (salvo ulteriori proroghe) maturano i diritti per Quota 103, quindi 62 anni di età e 41 anni di contributi.

Ovviamente, trattandosi di un bonus in busta paga, spetta ai soli lavoratori dipendenti iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria, o a forme sostitutive ed esclusive della medesima.

Non possono farne richiesta, invece, coloro che risultano già percettori di pensione diretta.

Come funziona

Il riconoscimento dell’incentivo non è automatico, in quanto è l’interessato a dover decidere se fruirne o meno. Nel dettaglio, una volta raggiunti i requisiti per l’accesso a Quota 103 questo dovrà decidere se:

  • andare fin da subito in pensione;
  • continuare e versare contributi per intero, così da aumentare l’importo della pensione futura;
  • godere dell’incentivo, riducendo a zero la quota di contributi a suo carico.

Nell’ultimo caso, chi opta per il bonus contributivo riceve direttamente in busta paga il valore dei contributi previdenziali che diversamente avrebbe dovuto versare all’Inps. Con lo svantaggio, però, che l’importo della pensione futura risulterà più basso, in quanto i contributi versati sono appunto di meno.

A chi va fatta richiesta

La richiesta va presentata direttamente all’Inps, utilizzando la procedura telematica.

Nel dettaglio, se la rinuncia al versamento dei contributi è esercitata prima della prima decorrenza utile della pensione anticipata con Quota 103 (che ricordiamo decorre dopo 7 mesi dal raggiungimento dei requisiti per i dipendenti del settore privato, 9 mesi nel pubblico) allora l’aumento in busta paga si applica dalla data di decorrenza della stessa.

Diversamente, se esercitata al momento della decorrenza della pensione che sarebbe stata percepita con Quota 103 o successivamente, allora il bonus in busta paga decorre dal mese successivo.

Per maggiori informazioni va consultata la circolare Inps n. numero 39 del 27-02-2024 che trovate in allegato.

Circolare numero 39 del 27-02-2024

Fonte: Inps

Di quanto aumenta lo stipendio?

Sull’imponibile lordo indicato in busta paga si applica un’aliquota contributiva pari al 9,19%, a cui poi si aggiunge un 23,81% che grava sul datore di lavoro.

Con il bonus in oggetto viene azzerato quel 9,19%, lasciando così che il dipendente lo percepisca direttamente sullo stipendio. Ad esempio, su uno stipendio di 2.000 euro lordi significa un risparmio di contributi pari a 183,60 euro al mese, mentre su uno stipendio di 3.000 euro lordi il taglio della quota contributiva garantirà un risparmio di 275,40 euro.

Ricordiamo comunque che tale sgravio si aggiunge a quelli già riconosciuti dalla legislazione vigente, ossia quello del 6% per gli stipendi inferiori a 2.692 euro lordi e quello del 7% per chi guadagna meno di 1.923 euro lordi.

In tal caso, quindi, il risparmio potrebbe essere persino meno consistente: uno stipendio di 2.500 euro, che con lo sgravio ha già visto ridurre la quota di contributi al 3,19%, grazie all’incentivo in oggetto risparmierà solamente altri 79,75 euro. Va detto però che il “bonus Maroni” verrà riconosciuto fino alla data del pensionamento, o comunque fino a rinuncia da parte del lavoratore, mentre lo sgravio suddetto per il momento è finanziato solamente per il 2024.

A tal proposito, ecco una tabella in cui è indicato il risparmio lordo riconosciuto dal bonus Maroni, al netto dello sgravio contributivo già riconosciuto.

IMPORTO RISPARMIO % BONUS MARONI RISPARMIO € BONUS MARONI
1.000 2,19% 21,90
1.200 2,19% 26,28
1.400 2,19% 30,66
1.600 2,19% 35,04
1.800 2,19% 39,42
2.000 3,19% 63,80
2.200 3,19% 70,18
2.400 3,19% 76,56
2.600 3,19% 82,94
2.800 9,19% 257,32
3.000 9,19% 275,70
3.200 9,19% 294,08
3.400 9,19% 312,46
3.600 9,19% 330,84
3.800 9,19% 349,22
4.000 9,19% 367,60
4.200 9,19% 385,98
4.400 9,19% 404,36
4.600 9,19% 422,74
4.800 9,19% 441,12
5.000 9,19% 459,50
5.200 9,19% 477,88
5.400 9,19% 496,26
5.600 9,19% 514,64
5.800 9,19% 533,02
6.000 9,19% 551,40
6.200 9,19% 569,78
6.400 9,19% 588,16
6.600 9,19% 606,54
6.800 9,19% 624,92
7.000 9,19% 643,30
7.200 9,19% 661,68
7.400 9,19% 680,06
7.600 9,19% 698,44
7.800 9,19% 716,82
8.000 9,19% 735,20

Come si può notare dalla tabella è sopra i 2.692 euro che ne risulta il miglior aumento in quanto a partire da un tale importo cessa di essere riconosciuto lo sgravio del 6%. Ovviamente più si guadagna e maggiore è il risparmio: ma attenzione, perché le cifre indicate in tabella sono al lordo delle imposte, di fatto in busta paga spetterà meno.

Da quando aumenta

Nella suddetta circolare sono indicate anche le date per il pagamento del bonus Maroni. Nel dettaglio, fermo restando le suddette tempistiche, viene stabilito che l’esonero contributivo non può avere una decorrenza antecedente al:

Pertanto, per i soggetti che maturano il diritto alla pensione anticipata flessibile nell’anno 2024, l’esonero contributivo non può avere una decorrenza antecedente al:

  • 2 agosto 2024, per i lavoratori dipendenti di un datore di lavoro privato, ove il trattamento pensionistico sia liquidato a carico della Gestione esclusiva dell’AGO;
  • 1° settembre 2024, per i lavoratori dipendenti di un datore di lavoro privato, ove il trattamento pensionistico sia liquidato a carico di una Gestione diversa da quella esclusiva dell’AGO;
  • 2 ottobre 2024, per i dipendenti delle pubbliche Amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, ove il trattamento pensionistico sia liquidato a carico della Gestione esclusiva dell’AGO;
  • 1° novembre 2024, per i dipendenti delle pubbliche Amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, ove il trattamento pensionistico sia liquidato a carico di una Gestione diversa da quella esclusiva dell’AGO.

A chi conviene?

Ci sono due aspetti da considerare:

  • non tutta la quota di contributi risparmiata si riversa sullo stipendio netto, visto che bisogna considerare le imposte. L’aumento effettivo, quindi sarà comunque più basso (di circa il 10-15%) della quota risparmiata;
  • l’abbattimento dell’aliquota contributiva a carico del lavoratore avrà conseguenze sulla pensione futura, visto che vengono versati meno contributi di quelli solitamente previsti (il 23,81% anziché il 33%).

Non c’è quindi una risposta assoluta alla domanda su quando il bonus Maroni conviene, visto che molto dipende dalla situazione contributiva e lavorativa dell’interessato. Potrebbe succedere, ad esempio, che una persona voglia godere di un aumento immediato dello stipendio pur rinunciando a qualcosa sulla pensione, mentre un’altra invece preferisce accontentarsi dello stipendio percepito mettendo da parte un tesoretto che si ritroverà una volta in pensione.

Si tratta di scelte, che tuttavia consigliamo di prendere dopo aver ascoltato il parere di un esperto, il quale saprà indicarvi la giusta via da intraprendere.

 

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