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In Emilia-Romagna il settore delle costruzioni è cresciuto come investimenti del 6% nel 2023, mentre nel 2024 il calo produttivo atteso è del 7%: nel primo trimestre l’occupazione è comunque cresciuta (+1,6% le ore lavorate e +4,3% i lavoratori) anche se appunto tiene banco un calo generalizzato in questi mesi, anche sulle dinamiche degli addetti. L’occupazione delle costruzioni regionale mostra un +6,1% di lavoratori iscritti alle casse edili nel 2023, con un +4,6% nel numero di ore lavorate (rispetto a +18,6% e +19,7% nel 2022). Il comparto impegna il 17,4% degli addetti nell’industria e il 5,8% dei lavoratori totali (a livello nazionale, rispettivamente 24,4% e 6,5%).

Sono i dati che emergono dall’analisi di Ance Emilia-Romagna, l’associazione dei costruttori di Confindustria, che ieri ha presentato un ricco report sul settore.

Sulle opere pubbliche, la spesa in conto capitale nei Comuni è aumentata del 41,3% nel 2023, grazie all’avvio dei lavori Pnrr e alla chiusura della programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali europei, e del 18,9% nel primo trimestre del 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023. Gli investimenti in infrastrutture sono aumentati del 46% (+336 milioni) nel 2023. I bandi di gara segnano +5,8% per lavori pubblici e +26,8% come importo. Sui permessi di costruire, l’edilizia residenziale appare in calo del 24% nel 2022 rispetto al 2021 (che aveva segnato un +29,7%). I finanziamenti per investimenti nel comparto sono diminuiti del 32,3% rispetto al 2022 (l’Emilia-Romagna è la seconda con il dato negativo più alto tra le regioni). L’edilizia non residenziale è in calo del 13% nel 2022 come nuovi volumi.

I finanziamenti per investimenti sono diminuiti del 2,7% nel 2023, con eccezione per le province di Forlì-Cesena, Bologna e Modena, dove invece aumentano. In questo ambito, l’Emilia-Romagna rientra nella minoranza di regioni che presentano un dato negativo. Lo stock edilizio è composto da 943.300 edifici, di cui 818.000 (86,7%) destinati a uso residenziale; gli immobili non abitativi sono 125.500. Oltre il 50% del residenziale è stato edificato tra il 1946 e il 1980, quindi resta “molto datato”, per una tipologia di edifici residenziali che recita 45,9% unifamiliare, 25,8% bifamiliari, 28,3% condomini. Il mercato immobiliare mostra 62.705 abitazioni compravendute nel 2023, pari a -12% rispetto al 2022, interrompendo il trend positivo iniziato nel 2014 e posizionandosi sotto la media nazionale che è del -9,7%.

Come finanziamenti abitativi, siamo in calo del 21,9% nel 2023 (dopo un -3,9% nel 2022). Il dato è comunque il terzo meno negativo tra le regioni. I mutui calano del 25%, surroghe e sostituzioni aumentano del 65%.

Il settore delle costruzioni in Emilia-Romagna resta frammentato, con oltre due terzi delle 50.000 imprese costituite da realtà con un solo addetto. Un ulteriore 27,7% è composto da imprese con 2-9 addetti. La dimensione media delle imprese è di 2,6 addetti, con volumi di affari contenuti: il 72,7% delle imprese dichiara un fatturato inferiore ai 200.000 euro. Nel 2022 si sono aggiunte 2.000 nuove imprese di costruzioni, a cui se ne sono sommate altre 1.500 nate nel 2023. Nel 2023, l’occupazione nel settore è aumentata del 4,6% in termini di ore lavorate e del 6,1% in come lavoratori iscritti.

Secondo le stime dell’Ance, all’Emilia-Romagna sono stati assegnati 5,8 miliardi di risorse Pnrr da destinare a interventi che coinvolgono il settore delle costruzioni. La revisione, approvata dalla Commissione Europea a dicembre 2023, determinerà l’uscita dal piano di oltre 2.000 progetti relativi a interventi per opere pubbliche localizzati nella regione, per un valore di 355 milioni. Gli investimenti fuori dal perimetro del Pnrr in Emilia-Romagna rischiano di arrivare a 600 milioni, considerando, come emerso in conferenza stampa, le linee di investimento parzialmente definanziate. Questi progetti, per i quali il Governo ha garantito “adeguata copertura finanziaria”, verranno realizzati senza gli stringenti vincoli temporali richiesti dall’Europa, dicono da Ance.

 

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