Dl 212/2023: approvato in Camera dei Deputati il decreto salva spese. Scopri le implicazioni per chi ha scelto la detrazione e come evitare il blocco al recupero delle agevolazioni
Il D.L. 212/2023, meglio conosciuto come decreto salva Superbonus o decreto salva spese, è stato approvato dalla Camera senza modifiche!
Il decreto ha introdotto diverse novità, tra cui il meccanismo “salva spese”. Questa misura ha l’obiettivo di evitare il recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate delle somme dell’agevolazione nel caso di lavori incompleti o mancato raggiungimento del miglioramento energetico previsto, ma è riservata esclusivamente a chi ha optato per la cessione del credito o lo sconto in fattura, con esclusione di coloro che hanno scelto la detrazione diretta.
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Superbonus e decreto salva spese
Il decreto aiuti quater, il decreto anti frode, il decreto aiuti bis e il decreto salva spese sono solo alcune delle disposizioni che hanno modificato sostanzialmente il meccanismo delle detrazioni fiscali. L’ultima disposizione pubblicata in Gazzetta Ufficiale nella serata di venerdì 29 dicembre 2023, ovverosia il D.L. 212/2023, ha predisposto delle modifiche sostanziali in merito a:
- bonus edilizi;
- cessione del credito;
- misure relative agli interventi nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici;
- bonus barriere architettoniche.
Il decreto salva spese ha terminato il primo step parlamentare con 104 voti favorevoli, 95 contrari e 15 astenuti. Questo il dato ufficiale della prima approvazione tenuta mercoledì 31 gennaio 2023 presso la Camera dei Deputati.
Decreto salva spese
L”articolo 1 del decreto si focalizza sulla tutela dei cantieri che, a causa di ritardi nell’esecuzione, rischiano di non portare a termine gli interventi programmati. Per coloro che hanno optato per la cessione del credito e dello sconto in fattura nel 2023, è garantita la tutela da possibili azioni di recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate, anche in caso di mancata ultimazione dei lavori e se non sia stato raggiunto il miglioramento di almeno 2 classi energetiche, così come richiesto dal decreto rilancio (D.L. 34/2020).
La scadenza del 31 dicembre 2023 rappresenta un ulteriore ostacolo per chi ha scelto la detrazione, poiché la mancata ultimazione dei lavori potrebbe comportare il recupero delle agevolazioni anche per i lavori già completati. L’iter parlamentare ha visto richieste di “correzioni” alla misura, ma il testo alla fine è stato approvato senza modifiche. Tuttavia, è probabile che ulteriori interventi sulla norma siano adottati in seguito
Il provvedimento, che ora è atteso all’esame del Senato il giorno 20 febbraio 2024, non modifica di una virgola la disposizione iniziale. La situazione, pertanto, si complica ulteriormente per coloro che, a causa di varie circostanze, sono stati costretti a scegliere questa modalità di fruizione dell’agevolazione.
La detrazione si configura come una “scelta obbligata” per coloro che hanno aperto la CILA dopo il 17 febbraio 2023, in quanto il decreto blocca cessioni (D.L. 11/2023) vieta la cessione del credito e lo sconto in fattura per questa categoria di contribuenti. Inoltre, la scelta della detrazione potrebbe essere l’unica opzione per chi non ha trovato istituti di credito disposti ad acquistare le somme, una situazione diventata comune con la stretta sulla cessione del credito.
Superbonus, sconto in 10 anni anziché 4
Il dibattito sulle modifiche alle agevolazioni edilizie potrebbe assumere nuove sfumature oltre a quelle delle decreto salva spese. Infatti un’iniziativa presentata da Laura Cavandoli (Lega) e approvata dal Governo suggerisce l’estensione dei tempi per beneficiare del Superbonus sulle spese del 2023 distribuendo le detrazioni su un periodo di 10 anni anziché 4, con l’applicazione della pratica prevista solo a partire dalle dichiarazioni del 2025. Questa proposta rappresenterebbe, in sostanza, una riproposizione di una norma già adottata per le spese del 2022.
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