Utilizza la funzionalità di ricerca interna #finsubito.

Agevolazioni - Finanziamenti - Ricerca immobili

Puoi trovare una risposta alle tue domande.

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoagevolazioni
Agevolazioni
Post dalla rete
Vendita Immobili
Zes agevolazioni
   


man look his money fly away

Quali sono i vizi della procedura esecutiva; chi è il giudice competente; come funziona l’opposizione all’esecuzione ed agli atti di riscossione coattiva.

Se hai già subito la triste esperienza di un pignoramento dello stipendio, della pensione, del conto corrente o della casa da parte dell’Agenzia Entrate Riscossione o temi di subirlo nel prossimo futuro, ti sarà utile sapere come opporsi a questi atti ti potrà servire sapere come e quando ci si può opporre a questi atti o all’intera procedura esecutiva instaurata nei tuoi confronti.

La possibilità di pignorare i beni non è assoluta e indiscriminata, ma per Agenzia Entrate Riscossione (che nel prosieguo, per brevità, indicheremo con l’acronimo

Ader) vigono regole particolari, che la rendono più agevole rispetto ai creditori privati, come le banche, le società finanziarie ed i fornitori commerciali. Iniziamo proprio da qui, perché se i limiti previsti dalla legge non vengono rispettati c’è la possibilità di presentare opposizione motivata al giudice competente, in relazione ai vari tipi di pignoramenti instaurati.

Cosa non può pignorare l’Agenzia Entrate Riscossione?

La possibilità per l’Agenzia Entrate Riscossione di pignorare i beni, mobili e immobili, del debitore, o i suoi crediti presso terzi (come lo stipendio e la pensione) soggiace ai seguenti limiti:

  • quanto agli immobili, sono pignorabili per debiti accumulati per un valore complessivo superiore a 120mila euro, ma non si può pignorare la prima casa, se essa è l’unico immobile del soggetto pignorato e nel quale egli ha stabilito la sua residenza effettiva (a meno che non sia di lusso: sono considerate tali le categorie catastali A/1, A/8 e A/9);
  • quanto ai crediti presso terzi, gli stipendi e le pensioni sono pignorabili dall’Ader per 1/10 se non superano i 2.500 euro, per 1/7 se arrivano a 5.000 euro e per 1/5 oltre questa cifra; le pensioni hanno anche il limite di pignorabilità del minimo vitale, che è pari al doppio dell’importo mensile dell’assegno sociale nell’anno di riferimento ((nel 2022 pari a 468,28 euro), e in ogni caso mai al di sotto di mille euro; al di sopra di questa soglia può essere pignorata l’eccedenza nei limiti del quinto;
  • secondo la legge e la giurisprudenza è impignorabile anche il Reddito di cittadinanza, che dal 2022 è stato espressamente inserito nel novero dei crediti impignorabili;
  • quanto ai beni mobili (valori, oggetti preziosi, gioielli, arredamenti, ecc.) sono impignorabili tutti i beni contenuti nell’elenco dell’art. 514 del Codice di procedura civile, come gli oggetti domestici indispensabili per la sopravvivenza; tuttavia raramente l’Agenzia Entrate Riscossione esegue i pignoramenti in questa forma, preferendo soddisfarsi nei modi più sicuri e proficui del pignoramento immobiliare o dei crediti.

Pignoramento Agenzia Entrate Riscossione: quando scatta?

Il

pignoramento è l’atto formale attraverso cui l’Agenzia delle Entrate Riscossione instaura l’azione esecutiva sui beni del debitore che non ha pagato spontaneamente gli importi riportati negli avvisi di accertamento esecutivi, nelle cartelle esattoriali e nelle intimazioni di pagamento. Il credito dell’Ader sorge al momento dell’iscrizione a ruolo del debito maturato nei confronti dei vari Enti impositori e creditori (Agenzia delle Entrate, Inps, Regioni, Comuni, Prefetture, ecc.) per i tributi, le multe e le sanzioni di rispettiva competenza, e che hanno affidato questi carichi all’Agenzia Entrate Riscossione per il recupero coattivo. Infatti l’iscrizione a ruolo costituisce il titolo esecutivo necessario e sufficiente per procedere all’espropriazione forzata sui beni e crediti del debitore inadempiente.

La possibilità effettiva di pignorare i beni non sorge al momento dell’iscrizione a ruolo, ma soltanto quando è decorso il termine di 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento e il debitore non ha provveduto al versamento di quanto richiesto o ad impugnare l’atto chiedendone la sospensione. Se è decorso un anno da tale momento e il pignoramento non è stato ancora avviato, l’Agenzia Entrate Riscossione dovrà notificare al debitore una

intimazione di pagamento, concedendo 5 giorni di tempo per pagare.

Come sospendere il pignoramento

Il pignoramento può essere sospeso chiedendo ad Agenzia Entrate Riscossione la rateizzazione dei debiti che lo avevano determinato: è possibile farlo presentando una semplice istanza all’Ader (allo sportello, con raccomandata o Pec o in via telematica), per tutti i debiti di importo complessivo fino a 120mila euro. Oltre questa soglia bisogna comprovare anche la propria situazione di difficoltà economica, ad esempio producendo i bilanci in sofferenza dell’azienda.

La sospensione non è definitiva: si decade dal piano di dilazione se non si rispettano i termini stabiliti per il versamento delle singole rate, quando si arriva ad 8 rate (anche non consecutive) non pagate.

Opposizione a pignoramento Agenzia Entrate Riscossione

Ci sono due tipi di opposizione ai pignoramenti dell’Agenzia Entrate Riscossione:

La

differenza tra i due tipi di opposizione sta nel fatto che con la prima si possono far valere tutti i vizi dell’attività esecutiva, compresi quelli preesistenti al pignoramento, quindi si può contestare, ad esempio, la prescrizione del diritto o l’inesistenza del credito preteso dall’Agenzia Entrate Riscossione (ad esempio perché il presupposto impositivo non era sorto o perché i versamenti erano stati eseguiti), ma è possibile attivare questo rimedio solo se non erano già scaduti i termini di 60 giorni dalla notifica per impugnare le cartelle sottese. Invece la seconda forma di opposizione è più circoscritta, perché è riservata ai vizi formali della procedura di pignoramento, come il mancato rispetto dei termini o l’invalidità della notifica al debitore o al terzo pignorato (come il datore di lavoro obbligato a versare all’Ader la quota dello stipendio del dipendente debitore).

Motivi di opposizione a pignoramento Agenzia Entrate Riscossione

Fermo restando che l’illegittimità di un pignoramento può derivare da molteplici cause e situazioni oggettive ed anche soggettive (ad esempio, una procedura fallimentare intrapresa contro il debitore), i più frequenti

motivi di opposizione ai pignoramenti dell’Agenzia Entrate Riscossione riguardano:

  • la violazione dei limiti legali del pignoramento, per inosservanza delle condizioni che abbiamo descritto (ad esempio, il pignoramento della prima ed unica casa nella quale il debitore ha la propria residenza effettiva, o il pignoramento della pensione in misura eccedente e con il mancato rispetto del minimo vitale);
  • il mancato rispetto del termine di 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento prima di instaurare l’azione esecutiva;
  • l’omesso invio dell’intimazione di pagamento, se il pignoramento non era stato avviato entro un anno dalla data di notifica della cartella sottesa [1].
    Mancato rispetto del termine di sessanta giorni dalla cartella

La Corte Costituzionale, con una sentenza del 2018 [2], ha dichiarato l’illegittimità parziale di una norma tributaria [3] che disciplina le modalità e i limiti di opposizione ai pignoramenti esattoriali intrapresi dall’Ader ed ha così esteso la possibilità di proporre opposizione all’esecuzione non solo ai motivi di

impignorabilità dei beni, ma anche in relazione alla presenza di cause estintive sopravvenute alla formazione del titolo, come la prescrizione.

A chi presentare l’opposizione al pignoramento?

Le opposizioni ai pignoramenti dell’Agenzia delle Entrate Riscossione devono essere presentate con ricorso al giudice ordinario competente per materia e per territorio [4], e non alle Corti di giustizia tributaria (sono le ex Commissioni tributarie, che da settembre 2022 hanno cambiato denominazione), a meno che non si voglia sollevare una questione di merito e precedente al pignoramento stesso (ad esempio la mancata notifica della cartella esattoriale) e il pignoramento riguardi debiti fiscali: in tal caso bisogna impugnare sia il pignoramento, sia il cosiddetto «atto presupposto» su cui esso si fonda [5] presso la Corte di giustizia tributaria di primo grado territorialmente competente.

Sostieni laleggepertutti.it

Non dare per scontata la nostra esistenza. Se puoi accedere gratuitamente a queste informazioni è perché ci sono uomini, non macchine, che lavorano per te ogni giorno. Le recenti crisi hanno tuttavia affossato l’editoria online. Anche noi, con grossi sacrifici, portiamo avanti questo progetto per garantire a tutti un’informazione giuridica indipendente e trasparente. Ti chiediamo un sostegno, una piccola donazione che ci consenta di andare avanti e non chiudere come stanno facendo già numerosi siti. Se ci troverai domani online sarà anche merito tuo.
Diventa sostenitore clicca qui

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui