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Arriva alla Camera il primo via libera al decreto ‘salva-casa’. Dopo il sì alla questione di fiducia posta dal governo, il provvedimento ha ottenuto in aula l’ok a con 155 sì, 79 no e 9 astenuti. Il testo – che amplia i casi di abitabilità degli immobili e facilita la sanatoria di una serie di irregolarità edilizie oltre che i cambi di destinazione d’uso – passa ora al Senato per l’approvazione definitiva, che deve avvenire entro il 28 luglio per la conversione in legge. Esulta il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega Matteo Salvini, promotore del provvedimento: è una misura “che vuole semplificare la vita a milioni di italiani”, commenta, “una rivoluzione liberale”. 

 

“Vuol dire mettere in circolo – continua – migliaia di immobili e far scendere i prezzi”. E anche per Fdi il decreto “va nella direzione giusta”, apportando “semplificazioni, snellimento della burocrazia e regole di buon senso”. Ma le opposizioni vanno all’attacco. Per Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata Pd, “il fantomatico piano ‘salva-casa’ altro non è se non uno spudorato schiaffo in faccia ai tanti italiani in condizioni di difficoltà economica”. “Degrado, abusi e condoni: lo stile dell’esecutivo che si preoccupa dei furbetti e di chi specula” continua Ascani.

Fortemente critici anche i Cinque Stelle. “FdI, Lega e Fi in Europa hanno tre posizioni diverse, ma quando ci sono da fare regali ad affaristi e speculatori l’unità di intenti la trovano sempre”, dice il vicecapogruppo M5s a Montecitorio, Agostino Santillo, intervenendo in Aula. Per Angelo Bonelli (Avs) il decreto legalizza “un condono edilizio sfrenato, consentendo la sanatoria di costruzioni abusive, incluse quelle in aree protette”. E le norme sugli interventi in parziale difformità realizzati prima del 1977 – sottolinea il deputato – spalancheranno “le porte a una sanatoria che potrà coinvolgere oltre la metà del patrimonio edilizio privato”. Non lesina critiche anche il gruppo di Azione, che pur condividendo alcuni provvedimenti si è astenuto. “Serviva più coraggio” dice in Aula la deputata Daniela Ruffino. “Avremmo voluto che questo provvedimento prendesse in considerazione molti più elementi” aggiunge.

Tra le norme più contestate contenute nel provvedimento, quella che permette ai monolocali di ottenere l’abitabilità con una superficie minima di 20 metri quadrati per una persona (dagli attuali 28) e di 28 per due persone (ora ne servono 38), mentre l’altezza minima concessa scende dai 2,7 ai 2,4 metri. Sarà poi più facile ottenere l’abitabilità anche per i sottotetti. Tra le altre principali misure approvate, il superamento del regime di doppia conformità anche per le “variazioni essenziali” e per gli immobili con vincoli storici, artistici e ambientali (purché le difformità siano lievi), la sanatoria per i vincoli ante 2006, la semplificazione dei cambi di destinazione d’uso e l’ampliamento dei casi di tolleranza negli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024. Anche porticati e tende bioclimatiche rientrano poi tra le nuove categorie di interventi in edilizia libera. Ciò che manca nel testo è la cosiddetta norma salva-Milano, sulle autorizzazioni edilizie per gli immobili nel mirino della procura per presunti abusi, stralciata in commissione.

Il nodo resta aperto, anche se con un ordine del giorno alla conversione del decreto, presentato da Noi Moderati e sottoscritto da tutta la maggioranza, quest’ultima “si è assunta la responsabilità di risolvere rapidamente in parlamento i problemi emersi”, spiega il presidente di Nm, Maurizio Lupi. E’ “un passo importante per affrontare e risolvere l’incertezza sull’interpretazione delle norme urbanistiche che ha creato una situazione di paralisi”, continua Lupi. E anche Salvini tira dritto sul punto. “Ci riproviamo, l’abbiamo proposto in tante versioni ma mi portino qualcosa che va bene e io lo rifaccio” dice a proposito del Salva-Milano il ministro. Che attacca il sindaco Giuseppe Sala. “Per essere aiutati bisogna voler farsi aiutare, a Sala non va mai bene nulla. Ci mandi lui un testo”.
   

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